Non chiedetemi che lavoro faccio

Non so più come dirlo: Sì ho una laurea in Giurisprudenza, NO non faccio l’avvocato.

Qui lo dico qui lo confermo.

E dire che penso di averlo detto e ridetto in tutte le salse, ho pure aperto un blog [Un blog che? No niente di importante] per metterlo in chiaro e per mostrare che non è poi così strana come cosa, perché in realtà il mondo è pieno di persone che come me hanno una laurea ma poi alla fine per scelta o per necessità hanno cambiato strada. Cosa c’è di difficile da capire?

Mi sono già rassegnata al fatto che mia nonna o mia zia non sapranno mai dire che lavoro faccio e forse nemmeno mio papà (confido nell’aiuto di mia mamma). Va bene non importa, ma mi aspetterei uno sforzo in più da parte dei miei coetanei. Certo vivere in una piccola città come Cuneo non aiuta, i cambiamenti non vengono assimilati facilmente. Basti pensare alle levate di scudi e alle rivolte di quartiere che può suscitare la pedonalizzazione di una via, un cambiamento descritto a tinte fosche quasi fosse l’inizio dell’apocalisse. Che poi non succede mai niente,  tutto torna a scorrere lento sui nuovi binari (sai che novità!) con qualche polemica dei soliti inguaribili nostalgici.

0UIwFbR

Eppure a distanza di TRE ANNI c’è ancora qualcuno che alle cene mi presenta come l’amica avvocato o anche mezzo avvocato. Dopotutto se hai una laurea in legge sarai un po’ avvocato? Non proprio ma non ho le forze di spiegare che non è così, che c’è un esame di stato e un albo professionale in cui io non rientro. Conosco già quell’espressione perplessa, quasi mi sembra di vederla, di chi con lo sguardo pensa: che senso ha fare giurisprudenza se poi non fai l’avvocato?

Ormai sono arrivata a sperare che nessuno mi chieda in cosa sono laureata e tantomeno che lavoro faccio. Se no siamo di nuovo da capo: ora come glielo spiego che faccio la social media manager? Che lo chiamo così perché è così che si chiama il mio lavoro? Il problema sta nel nome, perché c’è quel manager che sembra subito che uno si voglia dare delle arie [ Ma manager di cosa? ] e quel social media che non torna. Quindi ti pagano per stare su Facebook? Non è un lavoro normale, voglio dire come il medico, il farmacista, la segretaria [cit.]. Ok. Infatti non lo spiego, ho deciso così. Alla fine mi limito ad abbozzare un sorriso e a dire: non proprio avvocato.  Altre volte provo a dire che lavoro nell’ufficio marketing, senza parlare di web,  ma dall’espressione è evidente che non ha capito, c’è sempre quella laurea in Giurisprudenza che rende tutto più complicato.

Se ti è piaciuto il mio blog, non perdiamoci di vista!

Ti aspetto su:

fb

 

8 pensieri su “Non chiedetemi che lavoro faccio

  1. Consolatevi. Quando studiavo Astronomia all’Università, parenti e amici mi chiedevano se sapevo fare gli oroscopi. Alla terza richiesta ho rinunciato a spiegargli la differenza tra una scienza (l’astronomia) e una serie di pratiche più o meno tradizionali

    Piace a 1 persona

  2. Le persone hanno sempre bisogno di “etichettare” gli altri…non capisco perché!
    A me tutti chiedono perché ho interrotto l’università dopo un anno (ho dato tutti gli esami, facevo tecniche della riabilitazione psichiatrica). Ok che forse io voglio tornarci, ma saranno un po’ affari nostri quello che scegliamo di fare o non fare?

    Piace a 1 persona

    • Ciao Ale, la penso esattamente come te, ma purtroppo non è un pensiero così condiviso. Una cosa che non ho mai capito sono le persone che si “preoccupano” per qualcosa che per te è assolutamente normale: perché non hai fatto l’avvocato se hai fatto Giurisprudenza? perché non ti sposi? be dovresti iniziare a pensare ad avere un figlio, non stare a pensarci troppo che poi il tempo passa!

      Piace a 1 persona

Lascia un commento