Da architetto a creativa handmade, la storia di Anna e del suo Nigutindor

Quando la storia di una persona mi incuriosisce ho il brutto vizio di tempestarla di domande. Con Anna è andata esattamente così, quindi non vi anticipo niente, vi lascio scoprire la sua bellissima esperienza da architetto a creativa in questa intervista!

ANNO DI NASCITA: 1974
DIPLOMA: liceo artistico
LAUREA: architettura antico ordinamento
PROFESSIONE: creativa
SEGNI PARTICOLARI: capelli punk
SITO: www.nigutindor.com

Cosa sognavi di fare da grande quando hai finito l’università?
Sai che non me lo ricordo. Volevo fare bene, qualsiasi cosa, ma bene. Sapevo che in ogni caso la gavetta sarebbe stata lunga.

Come è stato l’impatto con il mondo del lavoro rispetto alle aspettative che avevi?
È stato un trauma! Mi sono resa conto che all’università non avevo imparato niente. Fortunatamente dopo 2 anni a passati tra diversi studi sono approdata in uno di progettazione ambientale e mi sono sentita a casa. Ho capito che non volevo avere a che fare col cemento ma con l’ambiente.

Quando hai deciso di cambiare strada? Cosa non ti piaceva più del tuo lavoro?
Dopo lo studio di progettazione ambientale nel 2010 ho creato una srl, con altri due soci, che realizza aree gioco per bambini con l’idea di fare un lavoro creativo e invece sono finita ad
occuparmi della gestione degli ordini e della contabilità…sicuramente non il mio lavoro. Inoltre non mi piaceva più la mancanza di etica e di correttezza che ho sempre immaginato di trovare in un lavoro professionale e tecnico come quello dell’architetto, secondo me negli ultimi anni il valore “sociale” e “culturale” della figura professionale è molto diminuita. Nel 2013, approfittando della crisi, soprattutto da parte delle amministrazioni pubbliche, ho deciso di andarmene e di coltivare l’hobby che mi ha aiutato a sopravvivere a tempo pieno e non più solo nel tempo libero: la pittura su ceramica bianca. Dopo 3 anni ho chiuso definitivamente partita IVA.

Come è nata la passione per l’handmade?
La passione c’è sempre stata, me l’ha trasmessa mia mamma che è una vera artista: è una modellista e una sarta, ha sempre dipinto e sa fare mille cose! Per me è stato molto naturale “fare con le mani”: già all’università creavo scatole e agende con la tecnica del cartonnage da regalare agli amici. Ho fatto anche un periodo a creare bigiotteria, a Milano ho fatto anche qualche mercatino sui Navigli!

Come è iniziata la tua nuova avventura professionale? Dove hai imparato a lavorare la ceramica, l’argilla e a cucire?
Nel 2004 ho fatto un corso di pittura su ceramica con la tecnica del terzo fuoco. Ho dipinto per qualche anno poi ho abbandonato fino al 2008 quando mi sono trasferita a Montevecchia e ho potuto avere a disposizione una stanza degli hobby, prima abitavo in condivisione in una camera doppia, non avevo spazio neppure per i colori. Con uno spazio a disposizione è tutto più facile. Nel 2012 ho fatto un corso di sblocco creativo all’Istituto di Psicosintesi a Milano sulla traccia dell libro di Julia Cameron “La via dell’artista” e da lì la mia vita è cambiata. Ho capito che la creatività era una parte di me troppo importante per relegarla a pochi momenti della giornata; ho trovato il coraggio di utilizzare la macchina da cucire ereditata da mia mamma: una pfaff del 1954 col mobiletto che non ha trovato posto nella sua nuova casa. Dopo questo corso l’universo mi ha aiutato molto, la Cameron le chiama sincronicità: ho acquistato il forno per la ceramica e molti pezzi di grezzo a poco prezzo, ho trovato il corso giusto di argilla, le persone giuste che mi hanno spronato a continuare su questa strada.

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I tuoi parenti/amici come hanno reagito alla tua decisione?
Mio marito mi ha sempre appoggiata, come anche mia mamma che credo abbia sempre voluto una vita così creativa, lavorativamente parlando, anche per lei. Non ho mai trovato nessuno che mi abbia detto: Anna ma cosa stai facendo? Forse perché mi hanno visto molte volte scontenta del lavoro da architetto che facevo prima!

Hai seguito dei corsi per avviare la tua nuova attività?
Per imparare le tecniche artistiche ti ho già raccontato che ho fatto molti corsi specifici nel corso degli ultimi 10 anni. Ultimamente mi sto formando molto invece su marketing, uso dei social, comunicazione del prodotto. Ho sempre seguito C+B che trovo un sito davvero interessante per chi vuole avere un supporto per un’attività in proprio, quest’anno in particolare sto seguendo una consulenza privata con Gioia Gottini per dare luce al mio Personal Branding: come creativa non vendo solo i miei prodotti ma la mia stessa immagine, Gioia mi sta aiutando ad identificarla in modo professionale.

Da cosa hai iniziato per farti conoscere: web, mercatini…?
Mercatini! Dalle mie parti esiste un’associazione culturale che organizza mercatini: è stata la spinta per iniziare. Ora sono indipendente e scelgo i mercatini da fare in base alla serietà degli organizzatori, al tipo di persone che lo visitano, il mio target, e anche al costo che ha.

Ho visto che hai uno shop sia su Etsy sia su a Little Market, come vanno le vendite sul web?
Quest’anno, dopo oramai 4 anni dall’apertura, inizia ad andare bene! Sicuramente l’aver chiuso definitivamente con la professione da architetto mi ha permesso di dedicare
più energie alla gestione degli shop on-line, che sono molto impegnativi per competenze tecniche che bisogna avere e per il tempo che bisogna dedicare.

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Come nascono le tue realizzazioni?
Nascono osservando la realtà che mi circonda, dal desiderio di avere sempre cose belle e messaggi positivi vicino a me. Solitamente le idee arrivano in un momento di pausa…mentre guido, sotto la doccia o mentre passeggio a Montevecchia.

Quali sono le principali difficoltà che hai incontrato nel tuo nuovo lavoro?
Conciliare il tempo per il lavoro e quello per la famiglia. Sono una civetta, io mi sveglio alle 18 e vado avanti a lavorare fin dopo mezzanotte, se non mi autolimito va a finire che lavoro 14 ore al giorno sabato e domenica compresa. A volte serve, quando magari ho qualche consegna veloce da fare, ma la maggior parte delle volte lo faccio esclusivamente perché mi piace.

Come vivi il rapporto con la concorrenza?
Solitamente cerco di creare collaborazioni: avevo in mente di fare delle collane a nuvoletta con delle goccioline in ceramica: invece che fare tutto da me ho contattato un’altra creativa che già faceva nuvolette e ora abbiamo una bellissima collezione che creiamo insieme! Ora ci troviamo insieme per lavorare, abbiamo approfondito la conoscenza ed è nata una bella amicizia!

A conti fatti, sei riuscita a trasformare la tua passione in un vero lavoro?
Se il parametro di valutazione è lo stipendio ti dico che ci sto lavorando ma ancora il traguardo è lontano, se il parametro cambia e si sposta sulla realizzazione di sé, assolutamente si!

Cosa consiglieresti a chi vorrebbe iniziare a far conoscere le proprie creazioni online ma non sa da che parte iniziare?
Consiglio di iniziare a pensare al proprio hobby come a un business e come tale ci sono degli step da seguire: creare un brand, fare una programmazione, entrare nell’ottica che si vende se stessi e non solo dei prodotti. C’è tanto da studiare e non si può improvvisare. Se non si ha voglia di impegnarsi su questo piano è meglio lasciare perdere perché le energie richieste per una vendita on-line sono tante e la concorrenza sta diventando tantissima, anche in Italia! Se vuoi che tutto rimanga un hobby, fallo comunque con passione, tutti abbiamo bisogno di dare voce alla nostra parte creativa!

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