Ex architetta, blogger di successo, gira l’Italia in tacco 12 con la sua Stiletto Academy. Vi presento Veronica Spora Benini!

Veronica Benini, alias la Spora è una donna senza peli sulla lingua. Ho avuto il piacere di incontrarla di persona a Milano nel corso della C+B Academy ed è proprio una di quelle donne che io definisco semplicemente: cazzute (concedetemi il termine).  Nella sua vita è riuscita a coronare il sogno di molte donne: diventare una professionista affermata e una blogger di successo. Il primo capitolo della sua storia ha come sfondo Parigi, un marito, un loft e un lavoro come architetto. La sua corsa tra torri e grattacieli, però, è stata interrotta nel 2006 quando le vengono diagnosticati tre tumori al collo dell’utero. Nello stesso anno nasce lo sporablog, un diario online per raccontare la sua esperienza e sensibilizzare le altre donne sull’importanza della prevenzione. Quello che Veronica chiama il cancro-gate la accompagna dal dicembre del 2006 a marzo del 2007, ma lascia un segno irreversibile: la sterilità.
“I percorsi per sconfiggere l’infertilità – scrive sul suo blog – sono devastanti sia fisica che psicologicamente. A me e mio marito è andata molto male e un giorno, senza preavviso, lui mi ha chiesto il divorzio di punto in bianco. Quelle, signore mie, sono docce fredde. E me l’ha chiesto perché voleva avere dei figli in modo “naturale”, rifacendosi una vita con una donna “sana”. Superata la paura del vuoto dopo l’abbandono, Veronica decide di cambiare vita. Lascia il posto fisso, Parigi, il loft. Per affermare la sua femminilità “si attacca ai tacchi” e dalla sua passione per le scarpe nasce la Stiletto Academy, una scuola per le donne che vogliono imparare a camminare sui tacchi. Oggi (in attesa di prendere la patente) vive su un furgone di nome Lucio, con cui si sposta in giro per l’Italia per organizzare eventi, è una blogger di successo e una influencer della rete. Siete curiosi di conoscerla? Scoprite cosa è venuto fuori da questa intervista.

ANNO DI NASCITA: 1976
DIPLOMA: Liceo Scientifico, con un fierissimo 36/60
LAUREA: Architecte DPLG, Master of Mobility (La Villette, Paris)
PROFESSIONE: Coach di tacchi
SEGNI PARTICOLARI: senza peli sulla lingua
SITO: sporablog.com,   stilettoacademy.com

Foto di copertina scattata da Marco Rossi

Donna, architetta con una carriera da top manager a Parigi, in una delle città più belle del mondo. Wow! All’apparenza una vita perfetta. Cosa mancava?
A volte si finisce a lavorare in posti per comodità. Il mio lavoro non aveva niente di brutto, ma non faceva per me. O meglio: non faceva più per la me che ero diventata dopo il cancro e il divorzio. Certe prove ti fanno mettere a fuoco le tue priorità, e io dopo due anni di stallo ho capito che volevo altro dalla mia vita.

Dopo la malattia, com’è cambiata la lista delle tue priorità?
Prima lavoravo per pagare il mio loft e per avere dei bambini godendo dei congedi maternità di un posto posto fisso di potere. Una volta separata ho capito che se non avessi cambiato vita, sarei rimasta a rimpiangere ancora e ancora quello che non potevo più avere: il cancro mi ha resa sterile. Ho fatto un viaggio da sola in Tailandia e li ho capito che il mio TOP 3 della vita sarebbe stato: viaggiare, mangiare ed amare. Non per forza in quest’ordine, e meglio se accompagnata. Ed è quello che faccio.

Blogger, organizzatrice di eventi, imprenditrice, autrice di due libri. Insomma possiamo dire che sei una vera Wonder Woman! Hai voglia di raccontarci in breve un po’ di come sei approdata a questi traguardi professionali?
Nessun cambiamento radicale avviene senza un fattore scatenante forte. Nel mio caso malattia e divorzio mi hanno fatto crollare il mondo sotto i piedi. Durante la malattia avevo aperto il blog per fare prevenzione col pap test raccontando la mia storia. In due anni e senza pianificarlo sono diventata famosa. Avere molte visite nel 2009 non era da molti, dal 2005 al 2010 c’erano i precursori, i dinosauri della rete. Io ho cominciato con un anno di ritardo, nel 2006, ma in tempo per far parte della prima generazione. Se sali all’inizio, difficilmente scendi, anche perché avere un’esperienza di nove anni con un blog equivale a decenni per altre discipline.

Com’è nata l’idea di una Stiletto Academy?
Dopo il cancro che è durato pochi mesi, mi sono scontrata con il vero mostro: la sterilità. Spesso le donne confondono femminilità e fertilità, e io ho fatto esattamente quello: non potendo avere bambini, ad ogni inseminazione mancata mi compravo un paio di tacchi nuovi, come per dire a me stessa “sei ancora una donna”. Insieme all’accanimento terapeutico con ormoni e punture fatte da sola, ho sviluppato un accanimento verso i tacchi e quei simboli per antonomasia che fanno la femminilità d’apparenza. E chi dice accanimento, per un’architetta, dice anche ricerca. Ho letto di tutto, ho sperimentato tutte le patologie possibili per l’uso spudorato degli stiletti, così ho cominciato a parlarne nel mio blog. Da lì la decisione di fare un workshop è stata quasi automatica, viste le mail che continuavano a fioccare con richieste di consigli su look e patologie o camminata.

Chi ti ha aiutato ad avviare questa nuova attività? Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato?
Il business model di Stiletto Academy è nato per caso. Il mio primo evento aveva 4 partecipanti. Il secondo, qualche giorno dopo, è stato accolto alla Festa ella Rete (all’poca BlogFest) e mi hanno affidato Style.it e Kérastase come sponsor. A fine evento la manager di L’Oréal mi ha detto: “Bello! Lo rifacciamo?” Devo molto a L’Oréal, e continuiamo ancora a collaborare. Ho continuato con il mio workshop per tre anni alla Festa della Rete, sono stati molto carini con me.

Quando hai iniziato a capire che la tua idea di impresa stava iniziando ad avere successo?
Quando una scout della Sperling mi ha mandato una mail chiedendomi di scrivere un libro. Il 29 gennaio 2013 è uscito “Tacco12“. Un manualetto d’amore e di stile sui tacchi scritto dal personaggio della Spora, ma che fa la fatina con le ali. Sempre nel 2013 l’ebook “Guida bionda per influencer” con la 40K, che sviscera i rapporti fra blogger e brand. Nel 2014 è uscito l’ebook, sempre per la Sperling: “12 regole per essere felici sui tacchi“, il cui tour di promozione è stato finanziato superando il budget iniziale con la prima campagna di crowdfunding veicolata da un’influencer italiana.

Quando sei diventata una influencer? Come ci si sente a stare sulle principali riviste italiane e collaborare con grandi aziende del calibro di L’Oréal?
La prima volta che mi hanno intervistato su una rivista patinata ero al settimo cielo. Poi è anche arrivata la cover di un settimanale, e le doppie pagine. È talmente surreale che non te ne rendi conto, non capisci veramente cosa stia succedendo. La cosa più strana sono le persone che ti riconoscono per strada o agli eventi e ti fanno un sacco di domande. Ma d’altronde se hai un blog e racconti la tua vita, te lo devi aspettare. Io rispondo sempre alle mail e do spesso il mio numero di cellulare, mi piace aiutare le donne. Ecco perché l’Associazione e le nuove Coach faranno un gran bene a Stiletto Academy.

Che tipo di donne si rivolgono alla Stiletto Academy?
Le donne che partecipano ai workshop sono diversissime, vanno dai 16 ai 65 anni e sono accomunate da una ricerca o comunque una coltivazione della loro femminilità. Lavoriamo moltissimo su femminilità e autostima. Ecco perché Stiletto Academy sta diventando un’Associazione.

Quante ore servono per imparare a camminare sui tacchi (domanda vagamente interessata considerando che io riesco a inciampare anche con le ballerine)?
Per capire il metodo e la postura diversa basta un’ora. Poi invece ci vogliono settimane di allenamento per introdurre il cambio e che il corpo lo faccia proprio. La camminata sui tacchi è innaturale e per niente intuitiva. Ecco perché chi mette i tacchi senza pensarci e cammina come quando ha le pianelle sembra un piccione: il nostro corpo non sa come gestire il tacco e diventa grottesco.

VOLETE SAPERE COME EVITARE LA CAMMINATA A PICCIONE? GUARDATE QUI:

Qual è la scarpa con il tacco più comoda al mondo?
Il tacco passe-partout, ossia il sandalo aperto multi-laccio, per sostenere bene il piede, e con un piccolo plateau per il confort. Ma ogni donna ha una forma del piede diversa e per ognuna esiste la scarpa che meglio si adatta.

Nella tua presentazione scrivi che ti capitano sempre un sacco di cose strane. Tipo?
Le cose più belle non le posso raccontare, ma diciamo che le persone che mi leggono mi fanno dei regali pazzeschi e nascono delle bellissime amicizie 😉 Il fatto di essere un’influencer e avere un pubblico molto vario (circa 120K lettori mensili) fa sì che fra questi ci siano persone che dirigono riviste, gente dello spettacolo o persone con jet privati. Il divertimento è assicurato, e non mancano cose strambe come essere scelte per partecipare a un reality nei Caraibi.

Una giornata tipo insieme a te?
Ho due periodi distinti: primavera e autunno di eventi, e in mezzo due periodi di calma (Natale ed agosto) dove organizzo eventi ma posso essere in un paese caldo. Adesso sono in Italia, a Milano. Mi alzo verso le 9, col mio ragazzo facciamo colazione al bar, poi vado a delle riunioni con clienti e sponsor e faccio la trottola in metro o taxi tutto il giorno. La sera mangiamo qualcosa fuori e in ogni buchetto di tempo twitto, instagrammo, e scrivo proposte di product placement in evento o eventi su misura per i miei partner. Adesso ho anche il nuovo sito in realizzazione e lavoro anche a quello con un team e due sere a settimana ho la formazione in live streaming per la prima covata di Stiletto Coach. Dovrei trovare il tempo per fare più videotutorial, ma le mie giornate hanno 24 ore come per tutti.

Da vivere in un loft a stare su un furgone. Verrebbe da dire: dalle stelle alle stalle. Come mai hai scelto di vivere in un furgone?
La mia vita è nomade, non potrei fare altrimenti. Non è uno stile di vita né una scelta filosofica, faccio semplicemente di necessità virtù. Il mio lavoro sono eventi in tutta Italia perché l’Italia non finisce a Milano. E allora mi sono attrezzata. Il mio furgone sembra quello di Barbie, ha molti fan. Si chiama Lucio e gli vogliono tutti bene.

A proposito, com’è andato l’esame della patente?
Ho passato la teoria, ma sono stata bocciata gravissimamente già due volte nella pratica. Comincio a sognare una macchina col cambio automatico. Onestamente, sta cosa della frizione ci ha rotto!

 

Se ti è piaciuto il mio blog, non perdiamoci di vista!

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