Lascia il lavoro da manager per aprire una merceria: la storia di Erika e della sua Zucchero Filato

Ci sono strade che sembrano migliori di altre: lineari, ordinate, sicure. In una parola normali. Non tanto lontane, poi, ci sono quelle impreviste, quelle che non avevi considerato, ma sei contento di aver svoltato l’angolo e di esserti imbattuto in un mondo nuovo, senza certezze ma capace di restituirti un’onda di entusiasmo. Queste sono le storie che preferisco e che mi piace raccontare. Oggi vi presento Erika, una giovane mamma, che dopo aver lavorato per dieci anni nel settore finanziario ed essere diventata manager ha deciso di lasciar perdere un mondo fatto di numeri e rigidi calcoli per aprire la sua merceria Zucchero Filato, affiancata dalla sua piccola mascotte un cagnolino bianco di nome Kitty.

ANNO DI NASCITA: 1975
DIPLOMA: Liceo Scientifico
LAUREA: Economia aziendale
PROFESSIONE: merciaia
SEGNI PARTICOLARI: bassa
SITO: www.zucchero-filato.it

Se penso a un laureato in economia mi immagino di trovarmi di fronte a una commercialista. E invece, ti trovo in una merceria. Ci racconti in breve il tuo percorso?
Ho scelto di studiare Economia un po’ controvoglia, spinta dai miei genitori che sognavano per me un futuro sicuro in banca a Mantova, nella mia città. E così, mi sono laureata in Economia con indirizzo Finanza. Nel corso degli studi mi sono appassionata alle materie finanziarie e così ho deciso che mi sarei occupata di acquisizioni a Milano. Per dieci anni ho lavorato come consulente, ho fatto carriera e sono diventata manager. Poi nel 2008 è nata mia figlia. Dopo la maternità, si sa, a volte le cose cambiano e al lavoro non era più lo stesso. Così, a 33 anni, ho deciso di prendere la palla al balzo e provare a fare qualcosa che mi permettesse di tirare fuori il mio lato creativo.

Come nasce l’idea di aprire proprio una merceria?
Per molti anni ho lavorato senza sosta. Non c’erano più sabati e domeniche, mi occupavo quotidianamente di grandi numeri ma senza avere un contatto reale con la realtà. Camminando per strada, un giorno, vedo l’annuncio di una merceria in vendita, così ho avviato la trattativa per l’acquisto. A dicembre mi sono licenziata e a maggio ho aperto la mia merceria. Mi sono buttata in questa nuova attività con molto entusiasmo e un pizzico di pazzia. I miei genitori avevano un negozio, ho respirato in famiglia quello che significa gestire un’attività. Ho fatto un mese di affiancamento, imparando in fretta come scegliere i nuovi prodotti e gestire le relazioni con i fornitori. All’inizio si fanno degli errori per inesperienza, ma anche quelli servono per crescere.

I tuoi genitori come hanno preso questa tua decisione?
Devo dire che subito non è stato facile, l’hanno presa un po’ come una scelta pazza. Il loro primo pensiero è stato: ti abbiamo fatto studiare tutti questi anni per farti andare a vendere bottoni? Ma io sono contenta così. Anche se a volte ci sono periodi di incertezza e non mancano le difficoltà a mandare avanti l’attività, per me questi primi cinque anni di attività sono stati come una vacanza, sono contenta del lavoro che faccio e credo di essere fortunata ad aver trovato la mia passione. Sento molte persone che si lamentano di continuo, che sono insoddisfatte di quello che fanno, alla fine il lavoro occupa la maggior parte del tempo della giornata e se trovi qualcosa che ti piace l’entusiasmo ti dà la forza per superare la fatica e i momenti di difficoltà. Fare un lavoro che ti piace ti permette di creare nuove connessioni e ricercare sempre nuove fonti di ispirazione. In questo periodo, ad esempio, sto lavorando a una nuova linea di abbigliamento per gli amanti dello Yoga e ho appena creato il mio marchio SweatLove.

Nell’era del digitale c’è ancora spazio per le piccole attività tradizionali, come può essere una merceria?
Assolutamente sì, anche perché in questo settore c’è ancora voglia di vedere il prodotto, di toccare con mano i materiali. Anche se sicuramente bisogna mantenersi al passo con i tempi, non si possono ignorare le nuove tecnologie, che vanno viste come un’opportunità per migliorare la propria attività.

“La decisione più difficile è la decisione di agire, il resto è pura tenacia”
Amelia Farhart

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3 pensieri su “Lascia il lavoro da manager per aprire una merceria: la storia di Erika e della sua Zucchero Filato

  1. Bravissima è quello che vorrei fare io da un giorno all’altro…ma mi manca la forza…ho paura..per questo ti ammiro tantissimo.Io vorrei aprire una merceria nel mio paese in provincia di Milano, ma in realtà non so nemmeno da dove si comincia! In bocca al lupo per tutto!

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