Ho scritto e riscritto più e più volte il mio curriculum, ma questa è la prima volta che mi trovo a scrivere un curriculum del lettore.Tranquilli, non si tratta dell’ennesima richiesta stramba di qualche responsabile del personale per scremare i candidati (non si sa mai cosa si inventano), ma di una bellissima iniziativa lanciata da Rita Fortunato sul suo blog Paroleombra.
Anch’io sono stata una giovane lettrice, anche se se in realtà dei primissimi libri che ho incontrato conservo un ricordo più per immagini che per parole. Ricordo di simpatici animaletti. Leggevo le loro storie e mi divertivo per ricrearle nella realtà: due sedie ravvicinate, unite da un lenzuolo tenuto fermo da due mollette diventavano la mia tana dove vivere una nuova avventura.
Il primo vero libro che ho letto e che ancora oggi ha il suo posto d’onore nella mia libreria è “Ingo e Drago” di Mira Lobe. A bordo del Battello a Vapore ho iniziato i miei primi veri viaggi tra pensieri e parole, crescendo tra i diversi colori delle sue collane. Di quegli anni ricordo anche Roald Dahl con i suoi mitici libri “Le Streghe” e “La fabbrica di cioccolato“, ma anche Susanna Tamaro e il suo “Cuore di ciccia“. Infine l’indimenticabile “Piccolo Principe” che non mi stancherò mai di rileggere, perché ha sempre qualcosa di nuovo da dirmi.
Da grande, le cose sono cambiate un po’. Durante gli anni delle superiori e dell’università, ho avuto un rapporto con la lettura fatto di alti e bassi. Ho sempre trovato faticoso leggere, dopo aver passato la mattina a scuola e il pomeriggio a studiare. Per non parlare dell’ansia di dover ricordare quello che leggevo, come quelle persone che ho sempre invidiato capaci di snocciolare citazioni o riprendere passi di autori importanti con estrema naturalezza Così per qualche tempo ho guardato i libri con una certa soggezione, riuscendo a ritrovare il piacere di leggere solo nei momenti di svago. A farmi compagnia durante le vacanze i classici, che guai a non leggere, come “Uno nessuno centomila” di Pirandello o “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald ad autori contemporanei come Banana Yoshimoto con il suo libro “Kitchen” a Stefano Benni nel suo “Il bar sotto il mare” o “La grammatica di Dio” all’ “Eleganza del riccio” di Muriel Barbery.
Di molti libri letti in passato non ricordo la trama con precisione, ma mi porto dietro la sensazione di aver vissuto una certa storia. Da quando ho iniziato a lavorare, mi sono liberata dal condizionamento scolastico di dover leggere certi autori piuttosto che altri. Ho riscoperto la leggerezza della lettura, quella che mi fa compagnia mentre tutta contenta faccio un salto in libreria e con la scusa del “do solo un’occhiata” mi porta sempre a nuovi incontri. Mi sono avvicinata a quanto più distante dal mio mondo: all’horror leggendo “Paura” di Dario Argento (io che non dormo se vedo un film dell’orrore) o al tennis (io che non sono una grande sportiva) leggendo “Open” di Andrea Agassi. Le partite sportive, dopotutto, hanno molta affinità anche con chi si trova ad affrontare colloqui o concorsi di lavoro: “Non importa quanto vinci, se non sei l’ultimo a vincere sei un perdente“. Sono sicura che questa sensazione l’hanno provata almeno una volta tutti quelli che hanno passato uno scritto per poi essere bocciati all’orale o hanno affrontato una lunga selezione per poi essere scartati.
Ho ammirato la forza di Barbara Garlaschelli, autrice del libro “Sirena“, in cui racconta la sua storia e di come ha dovuto aggrapparsi alla vita e imparare a riprendere confidenza con il suo corpo, dopo che un tuffo in mare le ha provocato una invalidità permanente: “è stata una faccenda rapidissima questa del capire che stai entrando in una vita nuova, e senti che è meglio, molto meglio cominciare ad abituarsi all’idea”.
Mi sono lasciata ispirare da Austin Kleon nei suoi libri “Ruba come un artista” (di cui ho parlato in questo post: link) e “Semina come un artista“.
Ho cercato risposte nei libri più disparati. Nel passato con “L’arte di vivere” di Seneca, un racconto epistolare capace di mettere a nudo fino in fondo l’animo umano e i sentimenti con le loro contraddizioni: “il difetto principale della vita è che essa ha sempre qualcosa di incompiuto e che se ne rinvia una parte a un’altra volta”. Nei racconti di altri giovani, come quelli raccolti da Mario Calabresi nel suo libro “Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa“: “anche nelle situazioni più cupe e difficili c’è sempre la potenzialità non per fare miracoli ma per migliorare la situazione, per tenere vive le istanze di cambiamento”. E persino in Oriente, trovando dei buoni consigli tra le pagine di “Dipende da te” di Rando Kim: “ci sono dei momenti passeggeri in cui non sappiamo più che cosa vogliamo ottenere dalla vita, e capita che ci siano degli intoppi mentre perseguiamo i nostri obiettivi, tu però rimani sempre fedele a te stesso”.
Sono rimasta affascinata di fronte alla narrazione del ritrovamento di un opera d’arte, ripercorrendo le sue orme in “Il Caravaggio perduto” di Jonathan Harr. Mi sono innamorata dello stile di Francesco Bonami leggendo “Lo potevo fare anch’io, perché l’arte contemporanea è davvero arte“, potrei passare la mia vita ad ascoltare la sua storia dell’arte.
Il mio vero viaggio è appena iniziato. Insieme a me un sacco di compagni di bordo, qualche volto noto e tanti ancora da conoscere. Ora l’obiettivo è riuscire a conoscerli tutti, prima che la mia curiosità mi riporti in libreria a reclutarne di nuovi.
“Il libro perfetto è sullo scaffale in alto, nell’angolo, a portata della tua mano. L’ignoto ignoto, ciò che non sapevi di non sapere, è lì che ti aspetta in fondo alla libreria”.
– Mark Forsyth–
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Mi rispecchio molto nelle tue parole, purtroppo per svariati motivi nel periodo scolastico, prima , e per la frenesia della quotidianità, poi, non ci si può immergere con il giusto trasporto nel benessere che la lettura di un libro può regalarci. Sono felice che tu abbia trovato un tuo equilibrio !
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Mi consola sapere che non sono l’unica! 🙂
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[…] agli inizi di novembre è stata Ilenia Dalmasso, fondatrice del simpatico blog Il laureato pentito. Malgrado il pentimento per anni e anni di studio, non ha perso la curiosità e la voglia di […]
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[…] del lettore agli inizi di novembre è stata Ilenia Dalmasso, fondatrice del simpatico blog Il laureato pentito. Malgrado il pentimento per anni e anni di studio, non ha perso la curiosità e la voglia di […]
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