Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti scriveva Pablo Neruda. Così Marcella Panseri ha scelto di scrivere a ciascuno la sua fiaba, racconti unici cuciti a misura di lettore. Fiabe per dire quello che fiumi di sms, tweet e mail non riescono a dire nella quotidianità di tutti i giorni. Prima di scoprire il favoloso mondo di Marcella Panseri, la abbiamo sottoposta al consueto identikit.
IDENTIKIT
ANNO DI NASCITA: 1973
DIPLOMA: liceo linguistico
LAUREA: Filosofia
PROFESSIONE: scrittrice di fiabe su misura e copywriter freelance
SEGNI PARTICOLARI: ariete ascendente ariete
SITO: http://www.fiabeperdire.com/
Marcella Panseri ha un sorriso aperto e contagioso, due occhi curiosi color nocciola con cui fin da piccola ha iniziato a esplorare il mondo, scoprendo il piacere di raccontarlo attraverso le parole. “Amo le parole, le amo da sempre – confessa Marcella – fin da quando all’età di dieci anni, invece di parlare, ho iniziato a scrivere lettere alla mia famiglia e poesie improbabili pensando di essere un’eroina del ventesimo secolo”.
“Non ho mai pensato troppo al dopo – prosegue – da piccola sognavo di fare la giornalaia, il notaio, la cartolaia o forse no… l’ingegnere nucleare, ma la verità è che sognavo di diventare mamma e di avere una famiglia ma non ho mai inseguito una vera e propria professione”. “Quando ho scelto di iscrivermi a Filosofia – racconta – l’ho fatto seguendo quella che era una mia passione, certo non posso dire che mio padre all’epoca fosse felice della mia scelta, avrebbe preferito che facessi Giurisprudenza o Ingegneria“.
Piccola parentesi. Quando penso a chi sceglie Filosofia, mi viene sempre in mente l’espressione sconsolata della mamma di un mio amico che dal primo giorno di università non fa che ripetere: avremo un disoccupato in famiglia. Con questa storia possiamo rassicurare tutte le mamme dicendo che esiste un futuro possibile anche per i laureati in Filosofia.
“Terminati gli studi, ho iniziato a insegnare filosofia e storia – spiega – sapevo che avrei voluto continuare a studiare, volevo fare un dottorato in Filosofia Estetica”. Ma di fronte alla scoperta di un Master in copywriting è tornato a pulsare quell’amore mai abbandonato per le parole e la scrittura. “Non avevo un grande interesse verso il settore pubblicitario, ma mi piaceva scrivere – continua – così ho scelto di seguire questa strada, uno studio che mi ha dato molto perché mi ha insegnato come dire lo stesso messaggio in toni diversi e a modulare il linguaggio. All’epoca eravamo in sei a frequentare il Master e al termine abbiamo tutti avuto subito l’opportunità di fare uno stage in grandi agenzie pubblicitarie e da lì ho iniziato a lavorare come copywriter“. Se da un lato lavorare per una grande agenzia pubblicitaria, firmando le campagne per grandi clienti può essere un lavoro molto stimolante, dall’altra è un lavoro fatto di ritmi incalzanti, dove il fattore tempo scandisce ogni singola giornata. Nelle grandi agenzie, infatti, si lavora fino a tarda sera. Ogni spot ha un suo tempo: 30 secondi al massimo. Satura del rigore dei tempi dettati dal settore pubblicitario, dai soliti luoghi e con la voglia di sperimentare nuove forme di comunicazione, dopo dieci anni di attività, Marcella ha deciso di lasciare il contratto a tempo indeterminato e di iniziare una carriera come freelance. La valigia in mano e un passo oltre i soliti confini alla scoperta di nuovi mondi tra Israele, Stati Uniti, Brasile. Nuove sfide, come quella di scrivere un cortometraggio intitolato “La sedia”, per la regia di Manuela Mancini, vincitore del Primo premio al concorso “I Corti Pluriel” alla 61° Mostra del Cinema di Venezia. Poi l’idea di reinventarsi, attraverso un lavoro che le permettesse di staccarsi geograficamente da una città e di lavorare in qualunque posto e la decisione di aprire un “fiabificio” e di scrivere fiabe su misura.
“L’idea di Fiabe per Dire è nata per caso – spiega – in genere quando uno ha un amico un po’ giù di morale lo porta magari in qualche locale a bere, ma io vado a letto alle nove, e così per consolare i miei colleghi nei momenti di sconforto scrivevo dei brevi racconti, da qui l’idea di farne un lavoro. Ho iniziato facendo qualche prova con gli amici per vedere se potesse funzionare e così è nata “Fiabe per Dire”, una piccola casa editrice di fiabe personalizzate rivolte a grandi, bambini e aziende“. Come funziona? “Si inizia con una chiacchierata di circa un’ora, per conoscere la persona a cui la fiaba e dedicata, entrare nel suo mondo, capire i suoi gusti, la sua personalità. Ogni dettaglio è fondamentale, perché ogni fiaba è unica, non trasmette un messaggio universale ma è una favola cucita addosso al suo destinatario, come un abito realizzato sartorialmente. Una volta preparata la bozza, rivista e corretta, viene inviata per approvazione al cliente e se sente che quella può essere la sua fiaba allora si passa alla rilegatura”.
Ogni fiaba inizia dal classico “C’era una volta”, ogni racconto è un’emozione per vedere quello che la vita non dice. Ci sono storie buffe, storie per celebrare i momenti importanti e altre per superare i momenti difficili. Infine c’è chi prova a riconquistare un amore… all’antica. Servirà a qualcosa avere una favola tutta per sé? Forse sì, forse no, ma in fondo come dice Marcella: “La fiabe sono ovunque e ognuno di noi in fondo cerca di vivere felice e contento, solo che nella vita è più difficile trovare il lieto fine”.
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