Walter Lazzarin alias lo scrittore per strada

Avrebbe potuto restare al suo posto aspettando l’occasione giusta. Lamentarsi, sperando che qualche grande editore o giornalista di spicco si accorgesse di lui. Invece, Walter Lazzarin, in arte lo Scrittore per strada,  due lauree nel cassetto e un posto da insegnante di Storia e Filosofia, ha preferito rinunciare all’insegnamento per portare tra le strade il suo ultimo libro: “Il drago non si droga“. A dare ritmo alla sua narrazione, una vecchia Olivetti, con cui tasto dopo tasto compone tautogrammi, brevi versi che cominciano tutti con la stessa lettera, che si mescolano tra i passanti dando vita a un originale filo narrativo. La sua storia mi ha incuriosita, così ho deciso di conoscerlo per scoprire qualcosa di più sul suo progetto. Quando l’ho sentito al telefono era a Roma e qui vi racconto cosa è venuto fuori dalla nostra chiacchierata.

DIPLOMA: Maturità scientifica
LAUREA: Economia e Filosofia
SEGNI PARTICOLARI: Scrittore per strada
SITO: http://scrittoreperstrada.blogspot.it/

La domanda sorge spontanea: cosa ci fa un laureato con due lauree in tasca in mezzo alla strada?
Per ora l’unica cosa certa è che fino a luglio sarò in viaggio nelle principali città d’Italia (tutte le date le trovate qui: scrittoreperstrada.blogspot.it.) L’intento è quello di far conoscere il mio romanzo “Il drago non si droga” in una forma inedita, senza distributori perché  voglio essere io l’unico rivenditore.

Cosa sognavi di fare quando ti sei laureato?
Dopo la prima o la seconda laurea? Diciamo che quando mi sono iscritto a Economia ero un giovincello senza tante idee su cosa fare da grande e la passione per il calcio. Dopo la laurea triennale mi sono preso un anno sabbatico e zaino in spalla, da solo, sono partito. Sono stato in Inghilterra, Irlanda, Grecia e Turchia. Al mio ritorno, mi sono iscritto a Filosofia con l’idea di diventare insegnante. Dopo la laurea ho subito inviato il mio curriculum in una scuola privata di Rovigo, dove ho insegnato fino a giugno Storia e Filosofia.

Quando nasce la tua passione per la scrittura?
Al liceo odiavo così tanto i temi, che chiedevo a mia mamma che lavorava come giornalista di scrivermeli. A diciassette anni ho iniziato a tenere un diario che per me è stato uno strumento di allenamento. Anche per quanto riguarda la lettura, ho sempre iniziato da letture leggere dai fumetti come Topolino ai libri sul calcio. Tra i miei preferiti, “Febbre a 90°” di Nick Hornb e “Fútbol. Storie di calcio” di Soriano Osvaldo.

Come nasce il progetto scrittore per strada?
Il progetto è nato per caso, ispirato dal personaggio di un mio racconto. Il protagonista vendeva libri porta a porta, dove veniva accolto come il ragazzo del libro. Ma anche dalla voglia di far conoscere il mio romanzo e dalla consapevolezza che rimanendo ad aspettare non avrei combinato niente. Un mio amico mi ha aiutato a pubblicare il libro e ha realizzato la copertina. Ora per le strade qualcuno che ha letto la mia storia quando mi vede esclama: ma tu sei il ragazzo del giornale!

Come sta andando la tua avventura?
Ho iniziato l’8 ottobre a Padova e devo dire che sta andando molto bene, anche grazie all’eco che il progetto ha trovato sui giornali e sui canali social. Anche se ti confesso che ci sono momenti in cui è davvero dura. C’è molta indifferenza. Per esempio il primo giorno a Trastevere, non mi ha considerato nessuno. La cosa più difficile è riuscire a farsi notare, perché diversamente dalla musica che è subito percepita, io devo fare in modo che le persone si avvicinino e vengano a parlarmi. La cosa bella è che ho avuto l’occasione di conoscere moltissime persone. La prima settimana, ad esempio, soggiornando tramite Airbnb ho conosciuto una famiglia di artisti di strada, che mi ha aiutato a capire come  muovermi sulla strada.

La domanda più frequente che ti hanno fatto?
Se la macchina da scrivere è in vendita.

Cosa dicono i tuoi amici e parenti di questa iniziativa?
Quando l’ho detto ai miei amici eravamo in un’osteria a fare aperitivo e la prima reazione è stata: che figata! Mia mamma, invece, mi ha semplicemente detto: fallo.

Per concludere, una classica domanda da colloquio di lavoro: come ti vedi tra cinque anni?
Probabilmente se mi facessero questa domanda non verrei preso perché non saprei cosa rispondere. Ci sono ancora alcune cose che devo capire come concretizzare.

“La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”
Forrest Gump

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