A tre esami dalla laurea lascia l’università di Economia per seguire la sua passione per l’arredamento e il design

Viviamo nella stessa città, ma non ci siamo mai incontrate (i misteri di Cuneo). Ho conosciuto Paola Parravicini per caso. Navigando qua e la su internet, sono finita sul suo bellissimo blog “Minoop” e per la mia insana curiosità a sbirciare nella biografia degli altri ho scoperto che dietro a un blog ricco di colori e di oggetti di arredamento c’era una bella storia da raccontare. Credo che la sua esperienza possa essere di conforto non solo a molti studenti indecisi sul proprio futuro, ma anche a molti genitori terrorizzati dal fatto che i propri figli non seguano una certa strada. Curiosi di conoscerla? Scoprite la sua storia in questa intervista!

ANNO DI NASCITA: 1986
DIPLOMA: Liceo Scientifico
LAUREA: Università di Economia (laurea non conseguita per 3 esami)
PROFESSIONE: consulente d’arredo e home stylist/blogger
SEGNI PARTICOLARI: sognatrice disperata, viaggiatrice incallita e completamente dipendente dall’amore per il mio cane. Adoro il legno in tutte le sue sfaccettature.
SITO: www.minoop.com

Domanda da “mamma”: come mai hai deciso di lasciare gli studi a soli tre esami dalla laurea?
Stavo già preparando la tesi su “La globalizzazione del nulla” quando mi è capitata la possibilità di fare un colloquio per lavorare come impiegata nello studio di un commercialista. La necessità di un’indipendenza economica, legata anche all’inizio di una convivenza, mi hanno invogliata a provarci. Così ho fatto il colloquio e sono stata assunta. Ho lavorato per due anni a tempo pieno e a ritmi parecchio stressanti: un lavoro che non mi piaceva e un ambiente abbastanza pesante mi hanno fatto ricredere sulla scelta che avevo fatto. Dopo aver fatto anche uno stage in Banca, ho capito che non ero adatta per stare dietro a un computer, a seguire numeri e statistiche. Non sono mai stata brava a “far quadrare i conti” nella mia vita. Avevo bisogno di tirare fuori la mia creatività, le mie capacità comunicative e la mia vera personalità. Un brutto momento familiare mi ha dato il coraggio di mollare tutto e provarci. Ho capito che la mia strada era un’altra, e quei 3 esami sono caduti nel dimenticatoio per tanti anni. Forse un giorno finirò per coerenza e rispetto nei confronti del mio percorso, ma la mia vita ha preso una strada diversa.

Quali aspettative avevi quando hai scelto di iscriverti a Economia? Cosa è cambiato nel corso dei tuoi studi?
Il mio errore è stato quello di voler “andare sul sicuro”. In realtà ho sempre voluto scrivere, diventare una giornalista e il mio sogno nel cassetto era quello di scrivere un libro. Mi incuriosiva anche il ramo della psicologia. Sono sempre stata una persona con una particolare sensibilità e una grande attenzione alla comunicazione, ma a quei tempi pensavo “devo studiare qualcosa che per certo mi porti a trovare lavoro”. Studiare Economia mi sembrava la strada più sicura, ma mentre studiavo mi rendevo conto che stavo reprimendo me stessa e i miei sogni. L’unica materia che mi ha davvero appassionata è stato il Marketing. Durante il percorso universitario iniziavo a informarmi su specializzazioni che potessero unire il mio percorso di studi a un lavoro più creativo e legato alla moda e al design. Lavorare durante l’università, in settori coerenti con i miei studi, mi ha chiarito definitivamente che avevo sbagliato scelta.

Dove nasce la tua passione per l’arredamento e il design?
Ho avuto la fortuna di crescere respirando arredamento e design. Mio padre è stato uno dei primi veri arredatori della mia città, specializzato in arredamento su misura. Lui è nato e cresciuto in Brianza, famosa per i mobili e l’arredamento, ha lavorato con mio nonno per tanti anni nell’azienda di famiglia, la VIP, specializzata in divani. In quegli anni si divertiva a ideare e creare divani e prodotti di design, questa passione e creatività sono arrivate fino a Cuneo, la mia città natale, e sono vive ancora oggi. Io sono cresciuta quindi circondata dal profumo del legno e dei mobili, spiando mio papà che progettava disegnando a mano libera con la sua micromina. Il Salone del Mobile di Milano è sempre stata la mia tappa preferita e quasi ogni anno ci andavo con mio padre. Quando sono andata a vivere da sola mi sono divertita tantissimo ad arredare la mia nuova casa e ho capito che forse ero nata per quella. Il lavoro che davo per scontato fosse il lavoro di mio padre, in realtà forse stava diventando la mia vera passione.

Come hai iniziato il tuo nuovo percorso professionale, hai seguito dei corsi?
No, ho fatto tutto da autodidatta. Leggevo riviste, visitavo fiere del settore e osservavo. Trovare lavoro nel 2010 come addetta alle vendite/consulente d’arredo, nonostante non avessi un titolo di studio in questo settore, è stata la mia più grande fortuna. Il lavoro è stata ed è la mia vera scuola. Ho imparato tutto sul campo. Ormai sono quasi sei anni che faccio questo lavoro. In questi anni la formazione è stata continua: corsi professionali, aggiornamenti con i vari fornitori, visite aziendali, partecipazione alle fiere del settore. L’arredamento è come la moda, in continuo cambiamento, quindi bisogna studiare e informarsi ogni giorno e imparare praticando è la scuola migliore.

Il tuo blog si chiama MinooP, cosa significa? Come nasce la tua avventura come blogger?
Volevo trovare per il mio blog un nome che mi rappresentasse: semplice, immediato, orecchiabile e che descrivesse il mio piccolo mondo. Un giorno dovevo preventivare un mobile che si chiama Midì, ma non so perché continuava a venirmi in mente Minoo. Incuriosita ho provato a cercare e ho scoperto che era perfetto per me. “Minoo” deriva dal persiano e significa “paradiso”. Inoltre le cascate Minoo in Giappone sono una meta turistica importante: bucoliche, romantiche, belle. Infine una serie di piastrelle pensata dal designer M.Wanders si chiama Minoo e rappresenta una rivisitazione moderna della classica cementina, con dei richiami alle azulejos portoghesi, e il Portogallo è stato uno dei viaggi più importanti per me. Il logo grafico rappresenta proprio un disegno delle azulejos portoghesi, ma può essere visto anche come un centrino di pizzo (amo molto il vintage) o come un mandala, che nella religione buddhista ricorda la caducità delle cose e la loro rinascita. La “P” finale è l’iniziale del mio nome e del mio cognome. Il mondo minoop vuole quindi rappresentare un piccolo paradiso di cose belle, semplici, creative. Vuole essere un luogo in cui sentirsi bene, sentirsi a casa, avvolti dalla magia delle cose semplici. La mia avventura da blogger è iniziata solo un paio di mesi fa. Il mio lavoro mi appassiona e occupa gran parte delle mie giornate e delle mie energie, ma dopo tanti anni rischia come ogni lavoro di diventare una routine. Il blog per me è un modo per mettermi alla prova e grazie ad esso posso unire le mie tre vere passioni: la scrittura, l’arredamento e la fotografia.

Se dovessi scegliere tre complementi d’arredo che non possono assolutamente mancare in casa per la prossima stagione cosa sceglieresti?
Uno specchio tondo vintage, appeso con cinghia e chiodo, in cui specchiarci guardando all’oggi in chiave creativa senza tralasciare le nostre radici.
Una tappezzeria che catturi l’attenzione, messa solo su una parete, in soggiorno o in cucina o in camera o, perché no, in bagno, che esprima la nostra personalità e il nostro punto di vista.
Tessuti dai pattern geometrici in stile scandinavo in colori pastello, magari rosa cipria o azzurri, eletti i colori del nostro 2016.

Tornassi indietro, rifaresti lo stesso percorso di studi?
Tutto quello che ho fatto e che ho studiato mi ha permesso di diventare la persona che sono, quindi non rinnego nulla. Molte cose che ho studiato mi sono comunque tornate utili una volta messo piede nel mondo del lavoro. Certo con l’esperienza di oggi, tornassi indietro farei tutt’altra strada. Studierei architettura o design, magari puntando a un’esperienza per una rivista di arredamento, e sicuramente mi metterei alla prova provando a lavorare all’estero. In generale sicuramente seguirei sogni e cuore e meno la testa. L’arma vincente è fare ciò che si ama, e non ciò che la società ci consiglia di fare. Avere il coraggio di percorrere la nostra vera strada, e non quella che altri ci indicano, può portarci a fotografare mete meravigliose e a raggiungere il nostro piccolo paradiso interiore.

“Devi crederci per coltivare un sogno, su questa terra spaventosamente arida”
Parole in Circolo, Marco Mengoni

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